I sogni di mr Colt – l’orizzonte degli eventi

Oggi vi presento due personaggi. Uno Jake Pattrow appartiene all’universo narrativo di Ted Landon (lo trovate leggendo la serie de “Lo storyteller”. Il secondo Jack Colt è il nuovo arrivato su questo blog. Jack è un sognatore ed il suo mondo spesso si mescola con la realtà in cui vive, facendo riflettere lui stesso e le persone che lo circondano. Buona lettura!

 

Guardare il mare che si gonfia in burrasca è uno spettacolo riservato ai cuori forti. Assume un colore che, a definirlo grigio piombo, non si riesce a darne un’immagine esatta. È come se tutte le ombre, l’intera oscurità che si nasconde nel profondo degli abissi, cercassero di venire a galla. L’acqua sotto l’imbarcazione comincia a gonfiarsi e a spingere verso l’alto, mentre le onde cariche di spuma livida si abbattono sul ponte con la furia di un maglio d’acciaio.

Nel cielo, intanto, nuvole cariche di oscuri presagi sembrano fare da specchio a ciò che accade di sotto ed il vento afferra le vele con violenza, nel chiaro tentativo di farle a brandelli con i suoi artigli di ghiaccio. E questo fa sentire impotenti, ma in qualche recesso dell’anima una voce grida l’allarme, perché tutto il corpo e tutte le forze che l’uomo conserva nel cuore, possano farlo reagire. Sopravvivere.

Il capitano Pattrow conosceva bene questa sensazione. Osservava il mare contro di lui e la sua nave. Lanciava ordini mentre la sua ciurma correva per salvare una vela, le munizioni, l’albero maestro.

Un occhio alla nave. L’altro all’orizzonte: era sicuramente là, dietro ai muri d’acqua che continuavano ad alzarsi sempre più alti.

Non poteva sbagliare. Il tesoro che tanto avevano cercato in lungo ed in largo fino al confine col Mar dei Sargassi doveva trovarsi laggiù.

-Capitan Jake!- era la voce di mastro Silver, il nostromo, -Stiamo imbarcando troppa acqua! Non ce la faremo!

Jake Pattrow, si guardò intorno, poi una mano scattò verso la tasca della sua giubba, estraendone una strana bussola.

Quando Silver la vide, comprese che qualcosa sarebbe successo di lì a poco. Quello strano oggetto funzionava in modo alquanto misterioso. E curiosamente conteneva in sé una inquietante ironia.

Mentre pensava a queste cose, capitan Pattrow parlò.

-Mostrami ciò che abbiamo cercato. Adesso!

E tutto cambiò.

Fu come se la tempesta non fosse mai esistita. Il mare divenne una tavola d’olio sotto un cielo completamente terso da nuvole. Il mare li circondava immoto e l’orizzonte era un’unica linea mai interrotta dallo straccio di uno scoglio. Apparentemente. Poi fu come se un velo si strappasse dal cielo sino all’acqua.

L’uomo che si faceva chiamare da tutti capitan Pattrow sgranò gli occhi.

-Guarda, Silver! Lo abbiamo trovato!

Le leggende dicono che c’è un punto sull’oceano che circonda il Mar dei Sargassi in cui le navi si perdono per sempre. I vecchi dicono che chi ci finisce dentro non va da nessuna parte, ma rimane imprigionato all’interno del momento temporale in cui è capitato in quelle coordinate precise: una sorta di prigione temporale.

-Pensa, Silver! Quante navi…

-Un archivio infinito di bottino!- mormorò il nostromo.

Queste le parole che si scambiavano, mentre i loro occhi si perdevano nello spettacolo straordinario che avevano davanti: contemporaneamente, davanti a loro c’era la tempesta da cui erano misteriosamente scampati, le cui onde continuavano ad infrangersi contro i fianchi della nave; c’era il mare in bonaccia, da cui emergevano a tratti i dorsi di grandi mammiferi marini ed enormi pinne dorsali di squali la cui lunghezza gli uomini non ebbero il coraggio di calcolare; infine, comparve un’isola tropicale dalla vegetazione lussureggiante. Quest’ultima, a guardarla con più attenzione, non corrispondeva a qualcosa di possibile: era come se tutte le proporzioni, le prospettive non corrispondessero a nulla di esistente a questo mondo. Tutti provarono un senso di nausea. Parve ai pirati che l’isola venisse loro addosso e, improvvisamente, fu come se la nave ci passasse attraverso.

Nuovamente l’orizzonte presentò uno spettacolo nuovo. E sgradito.

-Un’ammiraglia inglese!- gridò capitan Pattrow.

-Alle armi, pendagli da forca!- fece eco Silver.

-Mister Colt?

Jack Colt batté le palpebre, come per ridestarsi da un sogno. Be’, in fondo era proprio ciò che stava facendo il signor Colt in quel momento: stava sognando.

D’altronde era la sua caratteristica e mister Snow lo sapeva bene.

-Supervisore Snow!- esclamò Jack, trasalendo. -Mi scusi signore, torno subito al lavoro. Detto questo, Jack riprese a spazzare il selciato di Baker Street.

Snow rimase in silenzio ad osservarlo per qualche istante. Fece anche per tornare alla sua vettura per proseguire il giro di controllo della squadra di netturbini (ops… “operatori ecologici” era il termine di moda, ultimamente) al suo comando. Poi la tentazione fu troppo forte. I sogni ad occhi aperti di Jack Colt erano famosi nelle strade di Londra. Anche se parevano a tratti assurdi, nascondevano spesso profonde verità. Talvolta persino scomode. In fondo, come avrebbe potuto confermare un famoso abitante di quella strada, si trattava, per quanto improbabili, pur sempre di semplici verità, no?

Quindi tornò sui suoi passi e si andò a piazzare proprio davanti a Colt.

-E va bene, Jack! Che cosa hai sognato, stavolta?

-Un tesoro incredibile, capo!

-E come sarebbe questo tesoro?

-Non so, però ha un nome.

-Quale?

-L’orizzonte degli eventi.

-Un orizzonte…

-Ogni nostra scelta, ogni nostra ricerca prevede tutte le possibilità: che la nostra ricerca giunga a conclusione oppure in una serie di vicoli ciechi. Se noi scegliamo di fare qualcosa, potremmo farla davvero, oppure non portarla mai a conclusione, oppure potremmo trovarci davanti ostacoli inattesi. E di tutto questo noi non ne abbiamo sempre coscienza e viviamo le nostre vite più semplicemente.

-Però in questo modo non pensiamo alle conseguenze delle nostre scelte.

-Già. Sta alla nostra responsabilità.

Snow non aggiunse parola. Tornò silenziosamente alla propria vettura. Colt gli aveva parlato di qualcosa di grande: la nostra vita prevede un dono grandissimo. La libertà di scelta.

L’inquilino di Baker Street avrebbe potuto fargli notare che non tutti utilizzano bene questo dono.

Mentre si allontanava, spiò dallo specchietto retrovisore quello strano sognatore intento a spazzare i marciapiedi.

-Ma perché quando mi viene voglia di chiedergli cosa abbia mai sognato, non vado invece a farmi un bel caffè?

A questo pensava il supervisore Snow, mentre si allontanava lentamente lungo la strada e la sua vettura si fondeva con l’immagine eterea di un vascello a tre alberi pilotato da una ciurma di pirati che si allontanava all’orizzonte del Mar dei Sargassi.

Andrea Savio