Peter Pan – recensione a più mani

foto di a.s.

 

Partiamo col dire che mi arritrovai per le mani questo libro. Iddu parla (troppo, a mio parere,) di un picciotto chiamato Peter, a capo di una famiglia tutta composta da picciotti, a parte una picciotti ed una fitussissima nanerottola volante dal nome in codice “Campanellino”. Questa famiglia si scontra spesso con altre due famiglie rivali per il controllo di un vasto territorio che chiameremo prudentemente “Isolachenonc’è”. Il libro è bello, ma leggerlo è un poco una camurria! (Don Vito Tanticchia

ISOLACHENONCE. QUARTIER GENERALE AGENTE PAN. ORA LOCALE NON PERVENUTA_ La base segreta dei “bambini perduti” è sotto attacco. Un malavitoso locale, probabilmente collegato ai cartelli della droga messicani, conosciuto nell’ambiente come “Uncino”, ha circondato i nostri ragazzi. Immagini rilevate dal satellite spia Zulu14 indicano la presenza di un gruppo di nativi locali che a sua volta ha circondato gli uomini del cartello. E’ urgentemente richiesto l’intervento dei marines. (da un dispaccio segreto giunto in versione cartacea all’agente Wolf Folder, ricopiato scrupolosamente dallo stesso nel suo personale archivio e successivamente ingerito per non lasciare tracce… forse).

Il libro che vogliamo raccontare oggi si intitola “Peter Pan” ed è stato scritto dallo scozzese James M. Barrie, giornalista, romanziere e scrittore di opere teatrali morto a Londra nel 1937. Subisce il fascino dei giardini di Kensigton a cui dedica la prima parte di questo volume, mentre la seconda “Peter e Wendy” narra la storia conosciuta dai più grazie al lungometraggio Disney. Coloro che hanno letto (o si cimenteranno in futuro) a sfogliare le pagine di questo testo, incontreranno un Peter Pan ancora più complesso ed a tratti drammatico. Le tematiche dell’abbandono e della lontananza dagli affetti si mescolano a storie di fate e di magia, di tradimenti e di violenza, di avventura e di nostalgia. Il tutto immerso in una non tanto velata ironia e raccontato col linguaggio delle favole, indirizzato spesso ai bambini, ma che scuote la coscienza degli adulti. (EssE)