Lo storyteller (parte I)

Premessa

-Mi chiamo Jake, signore. Jake Pattrow.

-Certo, capitan Sparrow. Come credete. Adesso posate il Gioiello!

Jake squadrò stranito l’ufficiale che gli stava puntando contro la spingarda. Ma perché tutti quanti si ostinavano a chiamarlo con quel nome? Lui non aveva nulla a che fare con il pirata Jack Sparrow. Be’, a parte i pantaloni, gli stivali, la camicia strappata, i capelli rasta e quella vaga somiglianza con Johnny Depp che poteva notare nello specchio sulla parete accanto alla porta in cui si era infilato per sfuggire a quelle fastidiose guardie… e… sì, la sua immagine gli restituita proprio un gran bell’omino! Sissignore.

Di certo non un pirata, però. Giammai! Lui era da sempre un onesto ladro. Proveniente da un’onorata famiglia di ladri. Ladro suo padre… ladro suo nonno..  La sua bis-bis avola Tremebonda la guercia… Ma pirata, no. Lui proprio non aveva nulla a che fare con quella masnada di pendagli da forca. Nossignore!

-Perdonate, signore. – disse circospetto Jake, dopo essersi schiarito la voce., – Perché siete tanto convinto che io sia il capitan Sparrow?

-Un vezzo mio caro…

-Volevo ben dire!

-Sarà stato per il ridicolo particolare che la vostra nave sia ormeggiata al largo della costa!

-Sparrow è qui in città? – non sarà stato anche lui attirato dal profumo del bottino che già lui si era accaparrato? Be’, stavolta era arrivato tardi!

-Non perdiamo tempo, signor Sparrow! – concluse sbrigativo l’ufficiale, -Ho giurato a Sua Maestà che avrei dato la vita per proteggere il Gioiello del Mercante e non sarà certo un pezzente come voi a farmi mancare alla parola data.

-Siamo uno contro uno ed alle mie spalle ho una porta per fuggire. Perché dovrei obbedirvi, di grazia? –

-Perché siete circondato! – esclamò una voce alle sue spalle.

Lanciò un’occhiata in quella direzione e vide una guardia che gli puntava contro la spingarda chiudendogli ogni via di fuga. Ma non era ancora finita: da dietro gli arazzi che ricopriva o le pareti della stanza uscirono altre guardie.

-Dai! Così non vale! – disse tra i denti Jake.

Istintivamente si infilò una mano nella tasca della giubba.

-Pronti a far fuoco al minimo scherzo!- urlò l’ufficiale di Sua Maestà.

Ma Jake non estrasse fuori una pistola, né un coltello. Bensì una bussola.

-La vostra bussola magica non vi potrà salvare, signor Sparrow.

Jake non rispose nulla, ma si limitò a consultare il quadrante.

-Ne sei proprio sicura?- lo sentirono bisbigliare. Nessuno nella stanza, però, udì la risposta. Infine Jake annuì e si rivolse all’ufficiale.

-Questa non è la bussola magica di Jack Sparrow, caro commodoro!

-Mi chiamo Antony Smithson. Comandante Smithson. Io non sono commodoro!

-Mi chiamo Jake Pattrow. Potete chiamarmi “signore dei ladri”. Ma non sono capitan Sparrow!

Nessuno ebbe neanche il tempo di reagire che, appena terminata quella frase, il ladro entrò nello specchio, scomparendo dalla stanza.

Il primo che si riebbe fu il soldato sulla porta. Si avvicinò allo specchio e ne sfiorò la superficie. Liscia. Intatta.

Rivolse uno sguardo attonito al suo capitano.

Smithson era sbiancato. Il ladro si era volatilizzato. Il Gioiello pure.

(continua)

Andrea Savio