Una caduta (con buona pace di Dante…)

Nel mezzo del cammin di questa via
mi trovai a guardare in alto
mentre lo piede cadea in una sorte ria
portandomi a incontrar messer asfalto
e la meta allo seder mio fu dura:
caddi come corpo cade dall’alto.
Fu come quando ‘l cor più si spaura:
la sorpresa, il dolor e il mutamento oscuro
ch’a un tratto nessuna certa è sicura!
Dall’impaccio mi trasse un sicuro
grido: “Oh, grullo! Che tu fai costì a terra?”
Lì, lento e impacciato come un paguro,
con la sorpresa ancor sulla pelle,
alzai lo sguardo a riveder le stelle.

andrea savio